Yoga per tossicodipendenza

Lo yoga nei percorsi di recupero da tossicodipendenza  può essere un mezzo per combattere quel malessere che a volte sembra offuscare ogni cosa.
Ho iniziato questa esperienza di insegnamento nel 2014, presso una Comunità Residenziale di Modena.
Lavoro con le ragazze, i ragazzi e a volte anche con minorenni.
La pratica è fatta di movimenti semplici, lenti, coordinati al ritmo del respiro spontaneo. Si utilizzano, se necessario, supporti per rendere gli asana più confortevoli e stabili, e si scelgono vie “comode” per entrare o uscire dalle posizioni. Tutto questo perché le persone tossicodipendenti sono frequentemente alle prese con difficoltà fisiche importanti e contrazioni muscolari. I blocchi a livello del diaframma, dorsale, cervicale e del plesso solare spesso limitano o addirittura impediscono la mobilità. I corpi, seppure giovani, sono rigidi, poco flessibili e con scarsa tonicità.

La pratica è incentrata sull’ascolto del proprio corpo, del flusso del respiro e delle sensazioni che da tutto questo emergono. Si ri-scopre un modo per prendersi cura di sé e del proprio corpo, rispettarlo, scoprirne i limiti ed accettarli.

Partendo proprio dal “qui”, dai disagi che spingono a intraprendere una pratica yoga, rispettando i tempi e i modi di ognuno, ogni volta si prova ad immergersi un pochino di più nell’ascolto del corpo, per scoprire che può essere anche piacevole riuscire a rilassarsi ed allentare i muscoli. Che il respiro fa sentire vivi ed è una via rapida e precisa che permette di alleggerire fisico e mente.

Si riscopre il corpo come via, come occasione, un punto di riferimento “sempre a portata di mano” e facile da contattare, che manda segnali importanti per rilevare disagi, frustrazioni, ma anche gioie ed emozioni.

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